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L’origine di Heremit

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La prima volta in cui siamo entrati nel vecchio vigneto abbiamo capito, all’istante, che i vini che avrebbero preso origine da quelle viti sarebbero stati da trattare come i personaggi di una storia mantenendo puri i loro tratti essenziali, assecondandone le inclinazioni del loro carattere e facendo il possibile per definire la loro identità. Solo più tardi, però, nel giorno della nostra prima vendemmia, avremmo capito che questa nostra prima impressione era quanto mai vera. Con i nostri pensieri avevamo anticipato i propositi del fato o forse il fato aveva voluto giocare (a carte) con noi e questa che vi raccontiamo è la storia dell’origine di Heremit.

Era la sera del 19 settembre di quella che, senza dubbi può definirsi un’ottima annata, il 2016. Al tramonto, dopo una lunga giornata di vendemmia, a bordo di un vecchio rimorchio carico delle nostre cassette di Barbera, ci dirigemmo verso la pesa pubblica. A quell’ora l’aria era già piacevolmente fresca, la luce disegnava un paesaggio magico e colorava di un arancio intenso la polvere che si alzava dalla strada al passaggio del nostro carretto. L‘immagine del carro che lento risaliva la capezzagna del vigneto aveva qualcosa di epico. Tutto quello, che era sconosciuto improvvisamente era diventato naturale, un po’ come se quella non fosse la prima vendemmia, come se quel carro, non stesse facendo altro che ripetere un tragitto familiare, come se con il suo passaggio stesse rimarcando nella mente le tracce dei molti viaggi del passato. Il trattore borbottante con il suo rimorchio colmo d’uva proseguiva oscillando a destra e a manca con un andamento sinuoso ricordando i campi lunghi dei film western dove il carro dei coloni sfila via lento verso l’orizzonte alla ricerca di terre inesplorate. Ed era così che ci sentivamo in quel momento, come pionieri nel far-west, sporchi, stanchi e felici. Dopo quella dura giornata tra i tralci sembravamo un blend tra dei guerrieri apache e dei moderni Billy the kid e Calamity Jane usciti da chissà quale guazzabuglio nel selvaggio west. Dondolando e fantasticando eravamo giunti alla pesa di Vignale Monferrato, avevamo posizionato il carro sopra la piastra d’acciaio ed avvicinandoci al computer della gigantesca bilancia il nostro sguardo è stato attirato da qualcosa ai piedi del meccanismo, un cartoncino consunto.

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Si trattava di una carta, di un tarocco scivolato via dal suo mazzo, caduto dalla tasca di chissà chi o lasciato lì, in quel posto isolato e rado da qualcuno. Ma da chi? e poi, perche? Era chiaro che quell’incontro, avvenuto così per caso, in quel luogo indefinito, in quella spianata isolata, larga e di confine non poteva essere senza significato. Era la volontà del fato, l’indicazione del destino. E’ così è stato.

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Da quei grappoli di Barbera che quel giorno riposavano affastellati alle nostre spalle, nei mesi successivi ha avuto origine un vino ermetico e profondo che non poteva che chiamarsi come il fato ci aveva indicato: HEREMIT.

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